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TVT – TOT

L’intervento TVT (Tension-free Vaginal Tape Procedure) è oggi la tecnica più diffusa al mondo per il trattamento dell’incontinenza urinaria da sforzo femminile. Generalmente viene eseguito in anestesia locale e prevede il posizionamento di una benderella in polipropilene a livello dell’uretra media.

Intervento

Si praticano due incisioni addominali a livello della sinfisi pubica di un centimetro di diametro e una piccola incisione vaginale a livello dell’uretra media.
Si creano due tunnel verso lo spazio retro-pubico attraverso i quali si introducono gli aghi. Questi  consentono di far fuoriuscire la benderella bilateralmente a livello sovra-pubico.

Complicanze

Nella fase immediatamente successiva all’esecuzione della tecnica verrà verificato il ripristino del fisiologico meccanismo della continenza attraverso la valutazione del residuo di urina post-minzionale.
Alla paziente, di norma, viene somministrato un trattamento antibiotico per il periodo di convalescenza. Questa dura in media una dozzina di giorni.
Le complicanze associate alla tecnica di i ntervento di TVT sono rare:
– potrebbe esserci un episodio di ritenzione urinaria in qualche paziente uscita dalla sala operatoria senza catetere (ritenzione urinaria completa o incompleta);
– potrebbero formarsi degli ematomi intorno al punto di passaggio degli aghi nelle strutture muscolari pelviche. Il riassorbimento spontaneo è la regola, il drenaggio ecoguidato è necessario solo in casi eccezionali;
– la cistoscopie di controlli post-operatorie hanno evidenziato delle perforazioni vescicali;
– le infezioni sono molto rare.

Tecnica chirurgica TOT

Per ridurre la frequenza di tali complicanze (da TVT), Delorme (38) ha proposto, nel 2001, una nuova tecnica chirurgica: la TOT (Trans Obturator Tape). Tale tecnica  prevede l’utilizzo di una benderella in prolene da inserire, attraverso i forami otturatori e mediante un apposito ago, con una manovra orientata  dall’esterno all’interno (tecnica “out-in”). Prima bisogna effettuare un’ incisione cutanea a livello del solco genitale crurale.

I primi risultati di tale intervento non sembrano però confermare l’assenza di complicanze.
Sono infatti segnalate: fistole uretrali, erosioni vaginali, perforazioni vescicali, dolori pelvici ed alla deambulazione.

Un’evoluzione di questa tecnica è stata presentata da J.de Leval nel 2003. Tale modifica prevede l’impiego della stessa benderella in prolene, già utilizzata nella TVT, da applicarsi con un apposito strumento mediante un percorso inverso a quello descritto da Delorme. In questo caso, la benderella va posizionata sotto l’uretra. Questo avviene infilando l’ago da una piccola incisione sottouretrale e facendolo uscire da un punto predeterminato a livello della radice della coscia (tecnica “in-out”).
Tale tecnica dovrebbe unire i vantaggi dell’uso di una benderella ben tollerata, come quella utilizzata nella TVT classica, alla riduzione delle complicanze uretrovescico-vaginali assicurate dalla TOT “out-in”. I primi dati su follow-up brevi seguiti a tale intervento non sembrano segnalare gravi complicanze.

Nella casistica riportata dall’autore, sono descritti disturbi peri e postoperatori. Tra questi: ritenzione urinaria, dolore alla deambulazione, coxalgia, che sembra si siano tutti risolti entro un mese dall’intervento. La segnalazione di un solo caso di ascesso a livello gluteo fa inoltre suggerire la necessità della profilassi antibiotica ogniqualvolta si decida di utilizzare materiale eterologo.

Attualmente lo sforzo dei ricercatori consiste nel semplificare il più possibile la tecnica ricorrendo a banderelle sempre più piccole (minisling) costituite da materiali più leggeri e maneggevoli.

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